Il Tasso di Sostituzione

tasso sostituzioneIl tasso di sostituzione

Il tasso di sostituzione rappresenta un indice rappresentativo della percentuale che riceveremo di pensione rispetto all’ultima retribuzione/reddito percepita.
Il tasso di sostituzione può essere lordo o netto.

Il tasso di sostituzione lordo esprime il rapporto fra l’importo annuo della prima rata di pensione e l’importo annuo dell’ultima retribuzione (lavoratori dipendenti) o reddito da lavoro (lavoratori autonomi).

Tuttavia un indicatore di adeguatezza delle prestazioni è rappresentato dal tasso di sostituzione netto che è calcolato esprimendo sia la pensione sia la retribuzione al netto del prelievo contributivo e fiscale. In particolare, il tasso di sostituzione netto misura di quanto il reddito disponibile di un lavoratore si modifica a seguito del pensionamento.

L’ultimo rapporto sulle tendenze di medio – lungo periodo del sistema pensionistico della Ragioneria Generale dello Stato evidenzia nel periodo 210/2060 una tendenza della pensione media a ridursi progressivamente di circa il 12%. Tale riduzione è imputabile, in gran parte, all’applicazione graduale del sistema di calcolo contributivo e alla revisione periodica dei coefficienti di trasformazione introdotta dalla riforma Fornero.

Nel sistema di calcolo retributivo le variabili che influenzano il calcolo dell’assegno sono la dinamica delle retribuzioni/redditi e il numero di anni di contribuzione maturati; nel sistema contributivo, alle suddette variabili, si aggiungono l’età al pensionamento e il relativo coefficiente di trasformazione (differenziali per via dell’adeguamento alla speranza di vita) oltre ai contributi versati nell’arco della vita lavorativa (montante contributivo), rendendo alquanto ardua l’ipotesi su futuri tassi di sostituzione.

Per quanto detto, è del tutto evidente che nel sistema di calcolo contributivo i lavoratori più penalizzati saranno quelli con aliquote contributive più basse, carriere lavorative discontinue e redditi medio bassi, tutte variabili che si traducono in un minor accumulo di montante contributivo e, di conseguenza, in un più basso importo della pensione.

L’ultimo rapporto della RGS mostra un’evoluzione dei tassi di sostituzione della previdenza obbligatoria coerente con i requisiti di accesso al pensionamento e gli effetti dell’applicazione graduale del sistema di calcolo contributivo, della revisione periodica dei coefficienti di trasformazione e dell’aumento del requisito anagrafico di età.

Un lavoratore dipendente del settore privato che nel 2010 avrebbe percepito una pensione pari al 74,1% dell’ultima retribuzione, nel 2060 vedrà ridotta tale percentuale al 63,4%, a parità dei requisiti contributivi. Nel caso di un lavoratore autonomo la riduzione del tasso di sostituzione è assai più consistente per via della più bassa aliquota contributiva. La pensione nel 2010 sarebbe stata pari a circa il 73% dell’ultimo reddito, scendendo di 21,9 punti percentuali, al 51,1%, nel 2060.

 

Tassi di sostituzione lordi della previdenza obbligatoria – lavoratori dipendenti

Tasso di sostituzione lordo % pensione di vecchiaia per età
Anzianità contributiva: 38 anni
201020202030204020502060
74,169,068,362,863,063,4

tabella 301

 

Tassi di sostituzione lordi della previdenza obbligatoria – lavoratori autonomi

Tasso di sostituzione lordo % pensione di vecchiaia per età
Anzianità contributiva: 38 anni
201020202030204020502060
73,052,847,347,350,451,1

tabella 302

 

Tassi di sostituzione netti della previdenza obbligatoria – lavoratori dipendenti

Tasso di sostituzione netto % pensione di vecchiaia per età
Anzianità contributiva: 38 anni
201020202030204020502060
83,278,377,671,372,572,9

tabella 303

 

Tassi di sostituzione netti della previdenza obbligatoria – lavoratori autonomi

Tasso di sostituzione netto % pensione di vecchiaia per età
Anzianità contributiva: 38 anni
201020202030204020502060
94,075,068,668,672,273,0

tabella 304

 

Fonte: rapporto RGS 2014